mercoledì 4 luglio 2007

I Los Van Van, orchestra che ha fatto la storia della musica cubana

I Los Van Van sono stati fondati dal bassista e compositore Juan Formell nel 1969 e oggi sono una delle orchestre più famose e più importanti di Cuba. Il loro nome deriva da uno slang cubano parlato dai raccoglitori di canna da zucchero, un modo di dire che significa “vai vai!”. Essi sono un'evoluzione di una formazione precedente di charanga tradizionale chiamata Orchestra Revé, a cui Formell ha voluto aggiungere alcuni strumenti più "moderni", come il basso e la chitarra elettrica, la batteria e i violini elettrici. In questo modo i Los Van Van agli inizi degli anni '70 crearono uno stile musicale completamente nuovo, chiamato songo, che si può definire come una fusione della musica cubana con il jazz, la musica brasiliana e il merengue. La formazione attuale è ancora in gran parte quella originaria, sempre guidata da Juan Formell, con Changuito alle percussioni, Cesar Pedroso al piano e Pedrito Calvo alla voce. Artisti che si sono invece aggiunti all'orchestra in un secondo momento sono Samuel Formell alla batteria e i cantanti Mario Rivera, Roberto Hernandez e Yeni Valdés. Nella loro carriera hanno registrato 31 album, e hanno vinto 1 disco d'oro, 5 dischi di platino e un Grammy Awards. Alcuni brani di maggior successo dei Los Van Van sono Esto te pone la cabeza mala, brano diventato un simbolo del genere musicale della timba, e La titimania, una canzone degli anni '80 che raccontava l’abitudine di alcuni politici cubani di accompagnarsi a seducenti e giovanissime mulatte cubane causando non pochi problemi di immagine al governo. L'impegno sociale è stato del resto un tema costante delle loro produzioni artistiche. Tra gli ultimi lavori discografici dei Los Van Van Chapeando, album del 2005, Arrasando, del 2009, La Maquinaria, del 2011, e La Fantasia, del 2014. Per conoscere meglio i Los Van Van questo è il loro sito, qui si possono trovare i loro cd, mentre qui si possono ascoltare altre loro canzoni ancora in video.

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